giovedì 12 giugno 2014

Sequestro infinito



Sabato mattina. Scivolavo diligentemente verso piazza Mastai quando puff.. Il mio scooter entra in sciopero. A piazza Barberini, nel cuore della ztl. Dettaglio non di poco rilievo, come si vedrà in seguito. Si spegne e non riparte. Morto. Ormai temprata dalla vita della giungla, urbana e pluviale, prendo un taxi, torno a casa, agguanto le chiavi della macchina e, solerte, mi presento sul posto di lavoro. Inutile dire che il sistema sanitario meccanico nei week end e’ a tenuta stagna. 
“Le do il numero del carro attrezzi, così lo fa portare da noi”, aiuta l’officina Velosud con la premura di chi ha pronto il pic nic sulla sabbia. 
“Signora, se ne parla lunedì, ovviamente -fa spallucce il suddetto carro attrezzi- e poi, che sfortuna (per lei), proprio nella ztl. Noi non possiamo entrare prima delle 18. Quindi, vediamoci lunedì alle 18, davanti al cinema”. 
Ho scelta? mi chiedo. Abbozzo. 
“Allora il carro attrezzi le porterà il mio scooter lunedì pomeriggio, verso le 19”. “Alle 19 siamo chiusi. Dovrà portarlo il giorno dopo”. 
Scatta il multitasking e costruisco mentalmente un complicato sistema di ’insegui il carro attrezzi, fai scaricare il motorino davanti al l'officina, prendi le chiavi, il giorno dopo vai presto la mattina in macchina, dai le chiavi all’officina e vai al lavoro’. Tutto, ovviamente, nel comodo traffico romano. Rassegnazione. 
Torrido lunedì pomeriggio. Sul luogo dell'appuntamento arriva Rino con il suo carro attrezzi, carica il malato e va. Assicura: “abbiamo parlato noi con l'officina, ci aspettano, lo portiamo adesso, non c'è bisogno che lei venga”. 
Me ne vado quindi per i fatti miei con il mio colpo di fortuna. 
Martedì. Telefono al l'officina. Gentilissimi, per carità, ma del mio scooter non v’e’ traccia. “Chi l'ha preso, signora? Noi abbiamo quattro compagnie che fanno questo servizio”. Rintracciato il ’mezzo’ che aveva caricato lo scooter, ascolto trasecolata la seguente storia. 
Il carro attrezzi e’ andato (dice) all’officina, ma loro avevano già chiuso. Quindi, hanno portato la moto a dormire a cosa loro sulla via Prenestina. La mattina dopo ““alle 8.40 eravamo a via dei gracchi, davanti a Velosud. Poi alle 9 siamo andati via”. “Ma l'officina apre alle 9”. “Eh, si, signo’, ma noi avevamo da fare”.
Ergo, la professionalità di questo sedicente Salvamoto (senza un filo di ironia) lo induce a portare i motorini alle officine, quando queste sono chiuse e ad andarsene intorno all’orario di apertura. 
Una filosofia sulla quale ritengo valga la pena di meditare... Tanto più che di tutte queste vicissitudini sono stata tenuta all'oscuro, finché non ho telefonato io. “Signo’, vabbe’ ho sbagliato a non avvertirla... Mandi una mail di protesta alla nostra amministrazione. Le rimborsiamo anche i 40 euro che ha speso per il trasporto”, assicura Rino. Così faccio, ma ne ricavo una ulteriore telefonata. “Abbiamo consegnato prima di pranzo (martedì) non dopo”. “Velosud dice di no”. “Adesso le mando la copia della consegna”. Naturalmente questa bolla non arrivo’ mai... Inutile dire che i 40 euro scompaiono dalla conversazione. 
E veniamo al capitolo Velosud. 
“Signora, del suo motorino non c'è traccia. Richiami tra un po’”. “Non ci penso proprio. Mi assicuri che lo scooter non e’ li. Sono pronta anche a chiamare i carabinieri. Voglio sapere", minaccio. "Aspetti. Noi siamo quelli della mattina, adesso le passo chi è qui tutto il giorno”. La signora non è cortese e nemmeno efficiente. Scartabella. Trovo il mio kymko e mi chiede se ho un appuntamento con il meccanico. “Perché noi lavoriamo solo su appuntamento”. “Ma il mio scooter e” arrivato con il carro attrezzi, ho telefonato sabato, mi avete dato questo numero, sapevate che sarebbe arrivato...”. “Lavoriamo solo su appuntamento”, si impunta.”il suo mezzo potrà essere esaminato venerdì”. Cerco di mercanteggiare. Concede un “forse lo guardiamo prima, le faremo sapere”.
Giovedì. Tutto tace. Siamo ancora in attesa di diagnosi. temo che il (segue) sia d'obbligo. 

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