giovedì 5 giugno 2014

Ambasciatori del mondo nuovo



La piccola repubblica incantata non l'aveva scelta per caso. Non era stato un colpo di testa e nemmeno un colpo di coda. Quello sfizio terrestre lontano lontano da casa l'aveva programmato con cura, mappamondo alla mano e  aveva costruito il puzzle passo passo. Fare l'ambasciatore non è un gioco da ragazzi, bisogna avere la stoffa. E a volte il vestito italiano non e’ proprio comodo ne’ di lusso. Perché la diplomazia, è vero, aggiusta e illanguidisce le questioni, ma può penetrare fino all'osso senza parere. Il minuetto impercettibile delle sopracciglia, una spalla appena spostata, il mento significa, i muscoli del viso sottilissimi dicono assai a chi capisce la lingua. E possono raccontare  storie diverse dalle parole. 
Così a quelle riunioni scadenzate di colleghi europei non andava volentieri. Parlare di Europa da quella angolazione remota non sembrava cosi’ utile. Barbari, li trovava. Mai l'ironia a portata di mano. Culture  tutto sommato incapaci di alzare lo sguardo oltre la moneta, compiaciute senza sapere di cosa parlare. A dirla tutta, poi, c'era la questione della situazione politica. Difficile trovare bacchette capaci di trasformare un presidente del consiglio che incarta nelle barzellette conti nel baratro e paralisi riformatrici. Ore urticanti a sentire la spocchia declamare di democrazia e onestà, di maturità e consapevolezza. In tasca parole povere, in testa un cappello spuntato per principio. 
E poi, il ticchettare delle urne. 25 maggio 2014. In Italia i voti cadevano virtuosi dalla parte del futuro, si ammonticchiavano contro il qualunquismo e gli urli, suggerivano programmi e prospettive sgretolando la violenza rozza. Il nuovo leader spopolava, dentro e fuori dai seggi. Francia e Inghilterra facevano i conti invece con idee senza idee. Le schede disegnavano paesi vuoti, pronti a far progetti per il passato, le mani incrociate sui borsellini e sulle anime. Orchi sgangherati in tv.
Una nuova riunione porto’ il giusto equilibrio. Le sopracciglia fecero il loro lavoro di sopracciglia per una volta. I menti furono impeccabili. Più provate le spalle. Per non parlare delle parole che si nascondevano dietro il loro significato letterale. Le bandiere persero di vivacità. Il tricolore scoppio’ a ridere.

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