venerdì 9 maggio 2014

Una delle due

Siamo sempre state in due. Due. Insieme giorno e notte. Nei primi giochi, a scuola inseparabili, il primo lavoro. Qualche divergenza, talvolta, non lo nascondo. Magari a lei piaceva la gonna viola, che io detestavo. Odiavo per esempio quando si faceva la coda di cavallo. A me piaceva la pallavolo. A lei quello stupido Ping pong. Che noia le interminabili partite «Ping...pong... Ping... Pong...». Insopportabile. Ma nel complesso, la nostra infanzia e' stata piacevole. La mamma voleva bene a tutte e due, mai una preferenza, mai un distinguo. E non soffrire mai di solitudine, non lo nascondo, e' piuttosto un sollievo. 
Poi, lui. Inevitabile, no? Perfino banale. Un ragazzo arriva nella tua vita e l'armonia si spezza. Doveva proprio piacere a tutte e due? Doveva insinuarsi tra noi? Be', sia come sia, e' successo. Mai siamo state così litigiose, mai tanti giorni senza rivolgersi parola. 
E lui? Niente, sembrava non accorgersi di niente. Carino, affettuoso, galante con entrambe. Come la mamma. Ma non con gli stessi effetti. Dalla mamma era gratificante ricevere le stesse attenzioni, sentirsi alla pari. Ma lui... Lui doveva scegliere. E invece, niente. La cosa si stava protraendo da troppo tempo. In me la rabbia montava e la gelosia anche. Dovevo fare qualcosa. Anche di estremo. 
Così una sera, eravamo in casa da sole, decisi di ucciderla. Non c'era ahimè altro mezzo per liberarmene. Non si sarebbe mai tolta dalla mia strada spontaneamente. 
Nessuno capì mai perché Elena , figlia unica, si fosse suicidata. «Una mamma che la adorava, un boy friend innamorato. Aveva tutto", disse la gente.

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